Famiglia diventa ciò che sei

28.10.2014 08:46

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II, tenuta in una Messa per le famiglie, durante il viaggio apostolico in Africa, nel 1982…
Il mio appello e l’invito che rivolgo a voi, famiglie cristiane, è lo stesso appello e invito che ho rivolto a tutte le famiglie cristiane del mondo nella mia recente esortazione apostolica Familiaris Consortio: “Famiglia, diventa ciò che sei”.
La famiglia viene da Dio. È il Creatore che ha predisposto il patto d’amore di un uomo e di una donna. Lui ha benedetto il loro amore e lo ha reso fonte di scambievole aiuto. L’ha reso fecondo, ed ha stabilito la sua permanenza fino alla morte. Nel piano del Creatore, la famiglia è una comunità di persone. Quindi la forma fondamentale della vita dell’amore nella famiglia sta nel rispetto di ogni persona, di ogni singolo membro della famiglia. Gli sposi si stimano e si trattano con il massimo rispetto. Genitori, rispettate la personalità unica dei vostri figli. Figli, prestate ai vostri genitori rispetto obbediente. Tutti i membri della famiglia devono sentirsi accettati e rispettati perché devono sentirsi amati. In modo particolare, gli anziani e gli ammalati.
Il rispetto nel suo significato profondo significa fedeltà. Rispetto significa accettazione reciproca, fiducia e unione, pazienza e perdono quando occorre, oltre e nonostante le difficoltà personali, le quali non possono mai giustificare la mancanza di amore. Sposi e spose, amatevi reciprocamente; sacrificate voi stessi l’uno per l’altro e per i vostri figli. Resistete a tutte le tentazioni di tradirvi l’un l’altro.
Dato che l’amore dello sposo e della sposa è un’unica compartecipazione nella vita di Dio stesso, dovrebbe essere genuinamente e generosamente aperto a una nuova vita. Dovrebbe essere aperto a tutti quelli dei quali la vita è diminuita o minacciata da necessità di qualunque genere.
Famiglie cristiane lasciate che il vostro esempio splenda davanti al mondo intero: sostenete il diritto alla vita. Non accettate una mentalità contraria alla vita, radicata “nella corruzione dell’idea e dell’esperienza della libertà, concepita non come capacità di realizzare la verità del progetto di Dio per il matrimonio e la famiglia, ma come autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri, per il proprio egoistico benessere” (FC, 6).
Renderete un grande sevizio al vostro paese, alla Chiesa e all’umanità intera, se cercate in qualunque modo possibile di salvaguardare l’amore per il bambino, che fa parte della vostra cultura e delle vostre tradizioni per la famiglia.
Amate i vostri figli come Maria e Giuseppe amarono, protessero ed educarono Gesù.
So che nel vostro paese una coppia senza figli deve subire una grande croce, che deve essere tollerata con coraggio tutta la vita. Agli sposi che non possono avere figli propri dico: non siete menomati da Dio; il vostro amore reciproco è completo e fecondo quindi è aperto agli altri, alle necessità dell’apostolato, alle necessità dei poveri, alle necessità degli orfani, alle necessità del mondo.
E se domandiamo ora alla famiglia: Qual è il vostro contributo specifico per il vostro paese? allora dico di nuovo: “Diventate ciò che siete”, la prima e vitale cellula della società.
Dalla famiglia infatti nascono i cittadini, nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l’anima della vita e dello sviluppo della società stessa (FC, 42). È la famiglia che rimuove dall’anonimato ogni uomo e donna e li rende consci della loro dignità personale, arricchendoli di profonde esperienze umane e collocandoli attivamente nella loro unicità, nel tessuto della società.
Fratelli e sorelle, se amate il vostro paese, amate pure la vostra vita di famiglia. Se volete evitare di avere una società che corre il rischio di diventare sempre più spersonalizzata e standardizzata e perciò stesso inumana e disumanizzante, allora rafforzate le vostre strutture della vita di famiglia. Rispettatele.
E voi, giovani, preparatevi per il matrimonio con la preghiera, con l’autodisciplina, il mutuo rispetto e la castità. Perché il dono intero e genuino di se stessi può solo avvenire nell’amore coniugale indissolubile.
Famiglie cristiane, la vostra dignità e responsabilità come discepole di Gesù viene dal fatto che voi siete chiamati ad essere santi e ad aiutare l’un l’altro la comunità ecclesiale ed il mondo a divenire santi. Ascoltiamo di nuovo le parole di san Paolo dalla seconda lettura: il messaggio di Cristo, in tutta la sua ricchezza, vi sia familiare. Ammaestratevi a vicenda con tutta la saggezza.
Diventate santi attraverso i doni del Signore, doni di fede, speranza e carità, attraverso la preghiera personale e familiare, attraverso una fiducia amorosa nel vostro Padre celeste, attraverso la vita di grazia nutrita e sostenuta con i sacramenti.
Divenite santi partecipando alla vita della Chiesa nelle vostre comunità locali, nelle vostre parrocchie, nelle vostre diocesi, con rispetto ed amore per i vostri sacerdoti ed i Vescovi.
Divenite santi nel servizio d’amore, amore a Dio e al vostro prossimo, soprattutto alle vostre famiglie.
Divenite santi ed aiutate a rendere santa la vita delle vostre comunità sociali e nazionali.
Giovanni Paolo II